Energy Outlook n. 14 – Anno V
In questo numero:
La gestione della ripresa dopo la pandemia di COVID-19 apre scenari e sfide di dimensioni mai affrontate. La rinnovata attenzione in sede di ricostruzione agli obiettivi di decarbonizzazione, supportata da un diverso equilibrio dei prezzi delle commodities, potrebbe portare ad una rivoluzione del mercato energetico. I tempi della ripresa sono però ancora incerti, mentre è incompleta l’analisi delle gravità della crisi, non ancora terminata, con la definizione degli strumenti e delle azioni ancora in corso. Lo scenario che presentiamo incamera sia l’ottimismo sugli effetti delle misure per il rilancio che le incertezze ancora presenti.
1. SCENARIO MACROECONOMICO
- La pandemia ha causato la peggiore crisi socioeconomica dalla Seconda Guerra Mondiale. In Italia, il Pil non tornerà sui livelli del primo trimestre, facendo totalizzare un valore medio annuo per il 2020 tra il -11% ed il -14% a seconda dei previsori e degli scenari più o meno negativi sul ritorno del contagio in autunno. Più marcato sarà il crollo del 2020, più significativo il rimbalzo, ma questo dipenderà anche da un possibile ritorno del virus. Il FMI stima una contrazione del prodotto interno lordo americano dell’8% nel 2020 e una crescita del 4.5% nel 2021, che dipenderà comunque anche dall’esito delle prossime presidenziali e dalle politiche economiche che verranno decise successivamente. Per l’Area Euro, il FMI stima invece una contrazione del 10.2% quest’anno, seguita da una ripresa del 6% nel 2021. Il valore medio atteso per il cambio €/$ nel 2020 è di poco superiore a 1.10.
2. COMMODITIES
- Lo shock lato domanda si è combinato con quello lato offerta legato alla temporanea rottura dell’accordo OPEC+. La sua successiva ricostituzione e la forte elasticità dei piccoli produttori americani ai prezzi dovrebbe permettere un progressivo riequilibrio del mercato, ma per il 2020 il prezzo medio del Brent sarà difficilmente superiore a 40 $/bbl. La forte riduzione della domanda di carbone, soprattutto di quella europea, a fronte di una produzione attesa stabile puntano alla permanenza dei prezzi su livelli inferiori ai 50 $/ton nel 2020. Sotto l’ipotesi di integrazione degli obiettivi di decarbonizzazione nel piano di ricostruzione dell’Unione Europea e di un’accresciuta conseguente rilevanza dello strumento ETS, il prezzo della CO2 nel 2020 dovrebbe tuttavia riuscire a consuntivarsi al di sopra di 20 €/MWh.
3. OUTLOOK PER IL MERCATO GAS
- La forte contrazione della domanda, legata sia al rallentamento della crescita delle economie asiatiche già in atto nel 2019, in particolare di quella cinese, a temperature invernali superiori alla media e alle misure di contenimento, ha colpito anche il mercato del GAS, portando, in combinazione con la continua crescita della produzione, soprattutto di GNL, a un ulteriore aumento dell’eccesso di offerta e spingendo i prezzi al ribasso. I prezzi europei del gas sono scesi al di sotto dell’Henry Hub, rompendo quindi una soglia fino a poco fa considerata invalicabile, con la remunerazione per i produttori americani di GNL che ai livelli di prezzo correnti (sia europei che asiatici) è negativa. Una graduale ripresa della domanda, guidata dal perdurare delle condizioni favorevoli alla produzione termoelettrica a gas, da temperature invernali attese in media storica e dalla riduzione attesa della produzione elettrica nucleare in Francia, dovrebbe permette un graduale recupero dei prezzi, ma il riferimento medio per il PSV nel 2020 non si assesterà molto al di sopra di 8 €/MWh.
- Le misure introdotte dal Governo italiano a partire dal 10 marzo per contenere la diffusione della pandemia di COVID-19 hanno avuto un impatto rilevante sull’evoluzione dei consumi di energia, con la richiesta che tra il 10 marzo e il 31 maggio è stata di oltre 10 TWh inferiore a quella media stagionale. Lo spazio contendibile per gli impianti a ciclo combinato dovrebbe restare relativamente ampio in un contesto di progressiva ripresa della domanda, ma di prezzi gas bassi (tali da favorire lo Switching dal carbone) e import che potrebbe subire riduzioni legate sia alla dinamica dei prezzi che allo slittamento delle manutenzioni sulle centrali nucleari in Francia e alla conseguente riduzione della produzione nel periodo invernale (con con un alto rischio di tensione nel caso di un inverno freddo previsto da EDF). In questo scenario il CSS medio per il 2020 potrebbe consuntivarsi al di sopra di 4.5 €/MWh e permettere al PUN di avvicinarsi a un livello medio Reference di 34.5 €/MWh. L’alta quota di generazione rinnovabile sulla domanda ha aumentato la rilevanza dei servizi di bilanciamento, con i volumi che nelle settimane di lockdown sono quasi raddoppiati rispetto al 2019. Le basse quotazioni delle commodities dovrebbero comunque continuare a limitare la possibilità di salita anche dei prezzi dei servizi ancillari.
3. OUTLOOK PER IL MERCATO ELETTRICO
APPENDICE 1. TABELLA DI SINTESI DEGLI SCENARI