Newsletter Osservatorio Energia Anno XXIV n. 262

in questo numero:

Mercato gas naturale

  • Crisi Ucraina e dipendenza dalla Russia: dati e scenari. La riduzione della dipendenza dalla Russia non è affare semplice: nei prossimi mesi una riduzione o anche un azzeramento dei flussi renderebbe necessario il razionamento della domanda, anche ipotizzando la massimizzazione dell’import dalle fonti esistenti. Nel breve con alcuni sforzi la dipendenza potrebbe essere dimezzata. Nel più lungo periodo le politiche di decarbonizzazione offrono le prospettive più elevate, ma anche assumendo il pieno successo del programma Fit for 55, sarebbero necessari notevoli investimenti in infrastrutture esterne e interne del gas.
  • Mercato small scale ancora in crescita. Sempre più distributori, mezzi pesanti, imprese dotate di micro-depositi e reti isolate - soprattutto in Sardegna - sono alimentate a GNL, avendo a disposizione anche l’opzione rinnovabile del BIO-GNL anche se il settore marino rimane l’anello debole del settore. I prezzi attuali e gli scenari di breve non sono favorevoli al gas, ma difficilmente il processo di conversione dei consumi finali verso il gas liquido si potrà arrestare.

Mercato elettrico

  • Capacity market: i dubbi sullo strike price. Lo strike price è disegnato in modo da riflettere il costo variabile di generazione dell’impianto meno efficiente; l’indicizzazione mensile, tuttavia, in presenza di volatilità molto elevate come quelle recenti, comporta elevati rischi di disallineamento tra costi e remunerazione. Una maggiore granularità - settimanale o giornaliera - potrebbe ridurre questi rischi, mentre la pubblicazione anticipata eviterebbe facili errori di stima.
  • Timidi segnali di ripresa per le rinnovabili italiane. Bandi FER 1: aumenta la capacità rinnovabile aggiudicata, con lo snellimento delle procedure autorizzative che permette l’accesso a un numero maggiore di progetti. Installata la prima turbina eolica off-shore italiana.
  • Rinnovabili, crisi dei prezzi ed extra profitti. All’incirca la metà della capacità rinnovabile rischia di dover restituire la parte dei ricavi 2022 che eccederà i prezzi medi storici dell’energia elettrica del periodo 2010-2020. L’ammontare esatto sarà da calcolare impianto per impianto: un incubo amministrativo, che potrebbe minare il settore delle rinnovabili, soprattutto quelle a mercato, già vessato da incertezze autorizzative e costi in sensibile aumento.
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