Energia e industria: le recenti riforme e la competitività – Working paper 11/2015

Le riforme approvate nel biennio 2013-2014 che hanno interessato il costo dell’energia per l’industria italiana hanno perseguito obiettivi in parte in contrasto tra loro. Da una parte le agevolazioni sugli oneri generali di sistema elettrico per gli energivori sono state assegnate sulla base di criteri più selettivi e sono state rimodulate per garantire un sostegno più incisivo ai beneficiari. Dall’altra, sempre nel settore elettrico, un set di interventi ha portato alla riduzione della remunerazione garantita ai produttori da fonti rinnovabili e delle esenzioni e agevolazioni riconosciute a talune categorie di consumatori (tra cui RIU e SEU e consumatori interrompibili), al fine di liberare risorse per le PMI. Nel settore gas invece la riforma sugli oneri di sistema è risultata poco efficace nel sostenere i grandi consumatori.
REF-E stima che nel 2015 l’effetto netto delle riforme porti un risparmio in bolletta, rispetto al caso di assenza di riforme, del 10-15% per un energivoro e inferiore al 3% per una PMI allacciata in MT. Per i grandi consumatori in configurazione RIU o interrompibili, l’aggravio di spesa derivante dalle modifiche alla disciplina di questi 2 strumenti dovrebbe avere un impatto limitato, se si considera che le agevolazioni sulle componenti A rappresentano da sole quasi la metà del valore delle agevolazioni riconosciute a questi soggetti.
Per l’anno in corso contribuisce al risultato in bolletta per circa 0.25 €cent/kWh, per tutte le categorie di consumatori, la riforma con impatto una tantum delle modalità di erogazione degli incentivi alla fonte solare. Nei prossimi anni nuovi rischi e opportunità per le imprese potrebbero derivare dall’evoluzione della disciplina dei SEU e dalla riforma della fiscalità energetica.

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